Trama |
I marziani
hanno deciso di invadere la Terra perché il loro pianeta è
diventato invivibile e la razza umana è costretta ad
affrontare una dura guerra per la sopravvivenza. Anche Ray
Ferrier, ormai da tempo separato dalla sua famiglia, si trova
coinvolto nella battaglia per difendere a tutti i costi i suoi
figli dai violenti attacchi degli
extra-terrestri... |
Critica |
"Dal classico
romanzo 1898 di H.G. Wells, un gran film con Tom Cruise e la
bambina Dakota Fanning molto bravi. (...) Diverte, fatto
benissimo con molte allusioni al presente dell'America
spaventata e bellicista, al passato dei film di fantascienza
dei Cinquanta, specchi della guerra fredda." (Lietta
Tornabuoni, 'La Stampa', 1 luglio 2005)
"Oltreché
un'efficace macchina da spettacolo, il film con cui Steven
Spielberg ha invaso l'estate cinematografica mondiale è un
saggio su quanto il tempo cambi le cose. Rispetto all'edizione
cult del romanzo di H.G. Wells diretta nel 1953 da Byron
Haskin, è cambiata - ovviamente - la qualità degli effetti
speciali, che ora esaltano la verosimiglianza della
fantasticheria paranoide a livelli stratosferici. Ma questo è
il meno. Sul piano sociologico, cambia l'assortimento dei
personaggi: al posto dell'uomo e della ragazza, un padre e due
figli: proiezione dell'ossessione epocale per il mutamento dei
rapporti familiari. Cambia, fino a ribaltarsi, l'immaginario
di Steven prima popolato di teneri E.T. con cui avere incontri
ravvicinati, ora di visitor repellenti e distruttivi. Analogo
discorso per i terrestri: se quelli del giovane Spielberg
erano fiduciosi e solidali nella 'Guerra dei mondi' ce li
ritroviamo massa imbarbarita, vile ed egoista. Chissà che è
passato, nel frattempo, per la testa del regista? E poi: è
davvero il caso di fare gli esegeti di fronte a un film
volutamente semplice, che ha per fine l'emozione come i
pop-corn movie del sabato? Un film che si può legittimamente
guardare proiettandoci dentro le paure del momento, ma che in
fondo è soprattutto un gran teatro della regressione, cui
abbandonarsi per lasciarsi spaventare dai mostri delle fiabe.
E farsi salvare da papà." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 1
luglio 2005)
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